Dialoghi spuri by Platone

Dialoghi spuri by Platone

autore:Platone
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


1. Di Alcibiade, noto personaggio storico, protagonista della vita politica di Atene dal 425 a. C. fino alla sua morte, avvenuta nel 404 a. C., basti qui ricordare solamente la spregiudicatezza nell’azione politica, unica costante, forse, che accompagna le alterne fortune delle sue imprese militari, e spiega i radicali e opposti sentimenti che suscitò fra i suoi concittadini, i quali lo vedevano ora come strenuo difensore della polis ora come traditore della sua stessa patria. La sua vicenda storica è narrata da Tucidide (V, 43-56; VI, 15-18; 27-29; 48-53; 61; 88-93; VII, 6-17; 45-56; 81-88; 97; 108), Platone, così come Senofonte, riferisce della sua vicinanza a Socrate in gioventù: esemplare l’alto elogio che del filosofo egli tesse nel Simposio platonico (213 D-222 B), a testimonianza del riconoscimento da parte sua della statura morale di Socrate e, al tempo stesso, della propria incapacità di seguire tale modello, travolto dalla sfrenatezza degli impulsi e dall’inarrestabile ambizione. Alcibiade compare come personaggio anche nel Protagora, è menzionato in Gorg. 481 D e 519 A, e in Euthyd. 275 B.

2. Clinia, padre di Alcibiade, apparteneva agli Eupatridi, una delle famiglie di più antica nobiltà e di maggiore influenza in Atene; era nella flotta schierata dagli Ateniesi a capo Artemisio contro i Persiani (480 a. C.) e morì in battaglia, a Coronea nel 447 a. C.

3. L’ἐραστής è l’uomo adulto che si sente attratto da un adolescente o da un uomo più giovane (l’ἐρώμενος). Sull’omosessualità nella Grecia antica, cfr. K. J. DOVER, Greek Homosexuality, London, Duckworth 1978, e M. FOUCAULT, L’usage des plaisirs, Paris, Gallimard 1984, pp. 207-269.

4. È la classica rappresentazione del segno demonico (δαιμόνιον) di Socrate come una voce che non prescrive, ma formula soltanto divieti (cfr. apol. 31 C-D, dove Socrate delinea i caratteri di questa figura; del demone si fa menzione anche in Euthyphr. 3B; apol 40A-B, 41 D; Theaet. 151 A; Pkaedr. 242 B-C; Euthyd. 272 E; Hipp. ma. 304 B-E; resp. 496 C). I più recenti studi sull’argomento, nonché una bibliografia di riferimento, sono raccolti in P. DESTRÉE-N. D. SMITH, Socrates’ Divine Sign: Religion, Practice, and Value in Socratic Philosophy, Edmonton 2005 (numero speciale della rivista «Apeiron», XXXVIII, June 2005). Per la particolare fisionomia che il segno demonico assume nel Teage (128 D-131 A), cfr., supra, pp. 44-46.

5. Cfr. la chiara allusione ad Alcibiade in resp. 494 c, ove ricorre una descrizione assai simile delle sue aspirazioni.

6. Alcibiade era imparentato, per parte della madre Dinomache, con gli Alcmeonidi, che, come e forse più degli Eupatridi, erano una famiglia di antica nobiltà e di grande influenza politica: basti considerare che nonno di Dinomache fu Clistene, colui che sul finire del VI sec. a. C. aveva disegnato l’assetto istituzionale della democrazia ateniese.

7. Pericle, anch’egli imparentato per parte di madre con gli Alcmeonidi, ebbe il compito (non da solo, ma insieme con il fratello Arifrone; cfr. PLUTARCH. vit. Alc. 1, 2) di prendersi cura di Alcibiade e del fratello minore, Clinia, dopo la morte del padre. L’affidamento di minori a un tutore era



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